Caro Babbo Natale,
eccoci di nuovo qui, a distanza di dodici mesi. Io con il mio foglio di carta e la penna, tu a leggere i miei pensieri sparsi. Perché ormai ne sono sicuro: tu leggi tutto. Perfino le parole del presidente di una società di volley.
Quest’anno avevo alcune richieste da farti, anche piuttosto importanti. Comincio con l’elenco?
La Pallavolo Belluno di nuovo in Serie A.
I nostri tifosi sugli spalti.
Il video check.
Un taraflex da scudetto.
Le partite trasmesse in diretta e in tutta Italia.
Il nome di Belluno sui media nazionali.
Il calore e l’attenzione di un intero territorio per la sua squadra.
Ebbene, mi ritrovo a leggere l’elenco e scopro che, sotto l’albero addobbato, ho già tutto ciò che potevo desiderare. Almeno dal punto pallavolistico.
E allora, caro Babbo Natale, stavolta l’impegno me lo prendo io nei tuoi confronti. Mi impegno a far sì che la Pallavolo Belluno rimanga sempre quella “grande famiglia” capace di interpretare lo sport come uno strumento di inclusione sociale.
Per quanto mi riguarda, la più grande vittoria – al di là di ogni classifica – è vedere una palestra ricca di bambini che saltano, palleggiano e si tuffano col sorriso.
È scorgere sugli spalti un nonno che condivide le stesse emozioni del nipote, durante le partite dei “rinoceronti”.
È rivedere gli occhi inumiditi di chi, più di trent’anni fa e con i capelli ormai grigi e radi, ha vissuto l’epopea delle schiacciate dolomitiche.
Perché, come recita un vecchio adagio, «tutto ha un senso solo se abbiamo qualcuno con cui condividerlo».
Buon Natale, Babbo. Al prossimo anno
Sandro Da Rold